Rinologia : naso e seni paranasali

L'ostruzione respiratoria nasale

L’OSTRUZIONE RESPIRATORIA NASALE

La difficoltà a respirare bene con il naso è un disturbo oggi sempre più diffuso: le cause più frequenti di ostruzione respiratoria nasale sono rappresentate, nell’adulto, dalle deviazioni del setto e/o della piramide nasale e dalla ipertrofia dei turbinati (riniti ipertrofiche), oltre che dalle sinusiti e poliposi nasali. Nel bambino la causa piu’ frequente e’ l’ipertrofia delle adenoidi e/o delle tonsille.

Secondo vari studi dal 65 allo 80% della popolazione presenta una deviazione del setto nasale anche se solo in circa 1/4 dei casi la deviazione è tale da ostacolare il passaggio dell’aria.
La rinite cronica ipertrofica, correlata sia a sindromi allergiche che a sindromi reattive pseudo-allergiche, sembra presentare in Italia una prevalenza variabile intorno al 40-50% della popolazione con una percentuale di sindromi allergiche di circa il 25-30%. La prevalenza della poliposi nasale viene stimata intorno al 2% della popolazione europea adulta mentre l’incidenza oscilla intorno a 43 nuovi casi/100.000/anno. Bisogna inoltre ricordare le ostruzioni respiratorie conseguenti a patologie infettive di naso e seni paranasali: riniti e sinusiti croniche, muco-purulente e iperplastiche.
L’ostruzione respiratoria nasale insorge spesso lentamente nel tempo e il paziente non si rende conto della situazione se non dall’insorgenza di disturbi secondari a carico dei seni paranasali (sinusiti), delle vie aeree inferiori (faringiti, bronchiti), dell’orecchio medio (otiti, tubotimpaniti).
Se l’ostruzione respiratoria nasale si associa al fenomeno del russare (roncopatia) e a fenomeni di apnea (interruzione del regolare ritmo della respirazione) notturna si può arrivare a definire una vera e propria sindrome: OSAS (Obstructive Sleep Apnea Sindrome: sindrome ostruttiva dell’apnea notturna). In tali condizioni, che tendono generalmente ad accentuarsi spontaneamente negli anni, ai sintomi sopra ricordati possono associarsi vere e proprie condizioni di cattiva ossigenazione cerebrale con conseguenti disturbi dell’attenzione, del comportamento, della concentrazione, della memoria, ecc. L’ipossiemia notturna deve essere considerato uno dei fattori di rischio più importanti dell’insorgenza di ipertensione arteriosa ed è di per sé un importante fattore di rischio cardio-circolatorio.
Dall’insieme dei disturbi sopra ricordati e dalle conseguenze sulla qualità della vita che essi comportano si deduce quanto sia importante una corretta definizione diagnostica dell’ostruzione respiratoria nasale al fine di identificare i più idonei provvedimenti terapeutici.

Diagnosi :
una corretta terapia non può attualmente prescindere dall’attuazione di un collaudato protocollo diagnostico :
• Raccolta scrupolosa dei dati anamnestici
• Esame obiettivo ORL
• Endoscopia nasale e delle alte vie respiratorie con ottiche flessibili o rigide con documentazione iconografica
• Rinomanometria con test di decongestione e/o provocazione
• TC del massiccio facciale / Risonanza magnetica
• Polisonnografia / Monitoraggio cardio-respiratorio notturno completo o ridotto/Pulsi-ossimetria notturna
• Olfattometria
• Consulenza allergologica con test allergolocici e citologia nasale
• Consulenza pneumologica con spirometria

Terapia medica:
chiaramente inutile a risolvere i problemi strutturali, può essere vantaggiosamente utilizzata per risolvere o quanto meno alleviare i disturbi conseguenti alle riniti, alle sinusiti e alle poliposi .
Nelle patologie disfunzionali la terapia medica deve sempre precedere ogni soluzione chirurgica.
Bisogna precisare che spesso tali patologie presentano una evoluzione cronica e pertanto le terapie mediche prescritte in questi casi hanno il più spesso il significato di una terapia puramente sintomatica
I farmaci più comunemente utilizzati sono:
- Cortisonici locali e/o sistemici
- Anti-istaminici, locali e/o sistemici
- Anti-edemigeni
- Anti-leucotrienici
- Terapia desensibilizzante specifica (“vaccini” anti-allergici, immunoterapia)
- Farmaci omeopatici
- Irrigazioni nasali con soluzioni fisiologiche, saline o sulfo-salsobromojodiche
- Antibiotici e fluidificanti per via generale e/o aerosolica-inalatoria nelle forme infettive
- Cure termali

I farmaci sopra ricordati possono essere utilizzati singolarmente o in varie associazioni terapeutiche, a giudizio del medico curante.

Terapia chirurgica:
le tecniche chirurgiche hanno subito, negli ultimi anni, una evoluzione sorprendente soprattutto grazie all’utilizzo di strumenti innovativi tecnologicamente avanzati ed al ricorso alla chirurgia mini-invasiva.
Attualmente la quasi totalità degli interventi chirurgici effettuati dalla nostra equipe viene effettuata con tecniche di chirurgia mini-invasiva con l’utilizzo di microscopio operatorio, loop frontali a ingrandimenti multipli, endoscopi rigidi a diverse angolazioni. L’uso di tali presidi ottici bene si combina con l’utilizzo di apparecchi laser o a radiofrequenze, di micro frantumatori-aspiratori nasali (debrider o shaver) con il risultato che oggi gli interventi naso-sinusali si possono effettuare in condizioni di disagio post-operatorio drasticamente ridotto.
Ricordiamo di seguito gli interventi più comunemente effettuati:
- Decongestione dei turbinati (con Laser o Radiofrequenze)
- Polipectomia nasale (Laser assistita)
- Settoplastica funzionale con eventuale decongestione dei turbinati
- FESS (Functional Endoscopic Sinus Surgery) o ESS (Endoscopic Sinus Surgery) : chirurgia delle sinusiti croniche (polipoidi, iperplastiche, infettive) volta a ripristinare una corretta ventilazione dei seni paranasali ampliando gli osti di comunicazione tra naso e seni paranasali, a correggere alterazioni strutturali, ad asportare neo formazioni o a drenare accumuli patologici di secrezioni (muco celi, raccolte ascessuali….). Viene attualmente eseguita con l’utilizzo di endoscopi rigidi a diverse angolazioni, apparecchi laser o a radiofrequenze, di micro frantumatori-aspiratori nasali (debrider o shaver)
- Rinosettoplastica funzionale ed estetica

Per maggiori informazioni in merito inviamo alla sezione Pubblicazioni/informazioni del nostro sito dove sono presenti articoli scaricabili in formato PDF

Setto, piamide nasale e turbinati

LE DEVIAZIONI DEL SETTO, DELLA PIRAMIDE NASALE E L’IPERTROFIA DEI TURBINATI

Secondo vari studi dal 65 allo 80% della popolazione presenta una deviazione del setto nasale anche se solo in circa 1/4 dei casi la deviazione è tale da ostacolare il passaggio dell’aria. Una buona comprensione delle cause che possono determinarlo e dei rimedi medici e chirurgici oggi disponibili per risolvere il problema presuppongono la conoscenza dell’anatomia del naso e dei seni paranasali.

DEVIAZIONI DEL SETTO E DELLA PIRAMIDE NASALE:

- deviazioni del setto e/o della piramide nasale da sviluppo: nell’adulto il setto nasale non è mai perfettamente rettilineo e mediano, ma presenta sovente ispessimenti e descrive curve ed angolature che danno origine a quelle situazioni definite malformazioni del setto nasale, verosimilmente legate al disarmonico sviluppo dello scheletro facciale. Le strutture cartilaginee ed ossee che formano il setto nasale (cartilagine quadrangolare, lamina perpendicolare dell’etmoide, vomere) sono racchiuse da una cornice formata da strutture ossee: l’eventuale disarmonico sviluppo dei singoli elementi ossei può costringere il setto nasale ad occupare uno spazio minore della sua superficie.
L’esempio più significativo di tale situazione si evidenzia nella seconda o terza infanzia quando sia per motivi genetici sia per il concorso di fattori secondari (uso protratto nel tempo di “ciuccetti” o biberon, l’abitudine a succhiare il pollice, il persistere di un modello di deglutizione infantile con spinta anteriore della lingua, l’abitudine a respirare con la bocca aperta a causa di una cattiva ventilazione nasale, adenoidismo, riniti allergiche, sinusiti) il palato tende a sollevarsi formando nel tempo quello che viene definito un palato ogivale. In tal modo il pavimento del naso viene gradualmente a trovarsi in una posizione più alta rispetto al piano genetico originale di sviluppo dell’individuo e conseguentemente le strutture del setto nasale, trovandosi con un minore spazio a disposizione per il proprio sviluppo, tendono ad incurvarsi o a posizionarsi in una posizione non mediana determinando l’insorgenza di deviazioni del setto nasale.
- deviazioni del setto e/o della piramide nasale di origine post traumatica: molte deviazioni del setto e della piramide nasale hanno origine traumatica ed in buona percentuale sono conseguenza di traumi da parto o traumi infantili anche lievi e spesso ignorati.
Nelle forme più eclatanti tali deviazioni interessano anche lo scheletro della piramide nasale; in tali casi alla deviazione del setto si associa una deviazione della piramide nasale.

IPERTROFIA DEI TURBINATI :

Le deviazioni del setto nasale si accompagnano spesso a modificazioni anatomiche delle strutture circostanti. Si può infatti osservare spesso l’esistenza di una ipertrofia compensatoria dei turbinati contrapposti alla concavità del setto.
L’ipertrofia dei turbinati è una patologia oggi sempre più frequente e consiste in un aumento di volume della mucosa dei turbinati stessi che diventa tumida, consistente, talvolta di aspetto mammellonato.
Cause:
• riniti croniche infettive: distinguiamo forme catarrali e mucopurulente che costituiscono per lo più fasi successive di uno stesso processo morboso e che talvolta possono, ripetendosi frequentemente nel tempo, evolvere verso forme croniche o in sinusiti.
• riniti professionali: ne possono essere soggetti individui che esplicano la loro attività lavorativa in ambienti contenenti polveri o vapori irritanti.
• riniti allergiche: la rinite allergica rappresenta in molti casi un aspetto particolare di una situazione clinica complessa che può investire con analogo meccanismo i bronchi, dando luogo all’asma bronchiale, la congiuntiva e la mucosa dei seni paranasali, specie di quello dell’etmoide, dando luogo alla formazione di polipi nasali.
La penetrazione nel naso con l’aria inspirata di sostanze estranee all’organismo è un fatto comune ma può determinare, in alcuni individui, la liberazione da parte di cellule della mucosa nasale di istamina e molecole istamino-simili; nella persona normale tali molecole vengono immediatamente inattivate mentre negli individui allergici questo fenomeno non si verifica. Queste sostanze pertanto determinano, a livello nasale e sinusale, una serie di fenomeni costituiti da vasodilatazione e aumento della permeabilità dei vasi sanguigni con conseguente aumento delle secrezioni nasali (rinorrea sierosa) e del volume dei turbinati ( ostruzione respiratoria nasale).
Tra le principali sostanze che possono sensibilizzare la mucosa nasale ricordiamo:
• pollini: graminacee, parietarie, ecc.
• polveri: di legno, di paglia, di lana, di crine, ecc.
• miceti: aspergilli, penicilli, ecc.
• derivati vegetali: canapa, lino, iuta.
• derivati animali: peli di gatto, cane; piume di animali da cortile.
• acari.
• farmaci: penicelline, sulfamidici, acido acetilsalicilico (aspirina).
Possiamo pertanto distinguere forme stagionali (per esempio in rapporto ai periodi di fioritura di determinate piante) e aperiodiche che possono manifestarsi in ogni periodo dell’anno.
• riniti pseudo allergiche: in questa forma di rinite la liberazione dell’istamina e delle sostanze istamino-simili è determinata da stimoli endogeni ed esogeni.
Fra questi ricordiamo:
• stimoli esogeni: variazioni della temperatura ambientale, esposizione al sole, colpi d’aria, ecc.
• stimoli endogeni: stress emotivi, lo svegliarsi, il mangiare, ecc.
• rinite vasomotoria: in questa forma non si verifica la liberazione di istamina ma si assiste ad una alterazione dell’attività funzionale della mucosa dei turbinati come conseguenze di alterazioni della normale funzione del sistema nervoso autonomo.
• rinite ipertrofica medicamentosa: è una forma di rinite cronica dovuta all’abuso di gocce nasali o spray decongestionanti contenenti sostanze ad azione vasocostrittrice. La decongestione nasale che queste sostanze provocano dà un immediato sollievo che dura alcune ore; ad esso segue però una vasodilatazione secondaria che può rendere ancora più accentuata la congestione nasale determinando progressivamente uno stato di congestione cronica.

SINTOMATOLOGIA :

Il sintomo più comune nelle deviazioni del setto e nell’ipertrofia dei turbinati è rappresentato dall’’ostruzione respiratoria nasale che può essere mono o bilaterale, persistente o fluttuante fissa o aternante. Tale disturbo insorge spesso lentamente nel tempo e il paziente spesso non si rende conto della situazione se non dall’insorgenza di disturbi secondari quali lo svegliarsi con la bocca o la gola secche, il trovare tracce di saliva sul cuscino, il russare (roncopatia).
Una cattiva respirazione nasale condiziona l’individuo a respirare con la bocca, saltando quindi il “filtro” nasale ed inalando un’aria non riscaldata, filtrata e umidificata dal naso, con ripercussioni funzionali, nel tempo, sulle vie aeree inferiori (faringiti, bronchiti), sulla tuba di Eustachio e quindi sull’orecchio medio (otiti, tubotimpaniti).
Se l’ostruzione respiratoria nasale si associa al fenomeno del russare (roncopatia) e a fenomeni di apnea (interruzione del regolare ritmo della respirazione) notturna si può arrivare a definire una vera e propria sindrome: OSAS (Obstructive Sleep Apnea Sindrome: sindrome ostruttiva dell’apnea notturna). In tali condizioni, che tendono generalmente ad accentuarsi spontaneamente negli anni, ai sintomi sopra ricordati possono associarsi vere e proprie condizioni di cattiva ossigenazione cerebrale con conseguenti disturbi dell’attenzione, del comportamento con situazioni di sonnolenza diurna, della concentrazione, della memoria, ecc.
All’ostruzione respiratoria nasale che rappresenta il sintomo prevalente delle deviazioni del setto nasale e delle riniti croniche ipertrofiche può aggiungersi un corredo sintomatologico molto vario, rappresentato prevalentemente da:
• aumento delle secrezioni nasali (rinorrea) che possono avere aspetto vario in rapporto alla diversa origine:
- rinorrea mucopurulenta nelle forme infettive;
- rinorrea sierosa (secrezione chiara quasi acquosa) nelle forme allergiche o pseudo allergiche.
• prurito nasale e starnutazione in serie;
• riduzione o perdita dell’olfatto;
• talvolta cefalea frontale.
Le deviazioni del setto e l’ipertrofia dei turbinati hanno inoltre una grande responsabilità nell’insorgenza e nell’aggravamento di altre patologie:
• sinusiti: l’insorgenza di sinusiti è sicuramente favorita da una cattiva ventilazione nasale; ne conseguono cefalee, dolori facciali, secrezioni catarrali e mucopurulente persistenti, ecc.
• otiti: l’orecchio medio necessita di un continuo ricambio d’aria per mantenere la stessa pressione atmosferica sui due lati della membrana timpanica; ciò è indispensabile per un buon udito e si ottiene mediante l’apertura della tuba (canale muscolare ed elastico che unisce l’orecchio medio con il fondo del naso) con la deglutizione, gli sbadigli o con appropriate manovre: è il fenomeno che ognuno di noi può aver osservato scendendo o salendo in montagna o nel corso di immersioni subacquee. Una cattiva ventilazione nasale può compromettere una corretta ventilazione dell’orecchio e predisporre a fatti infiammatori e catarrali: otiti, tubotimpaniti, ecc.
• palato ogivale: i bambini che respirano prevalentemente con la bocca a causa di una ostruzione respiratoria nasale probabilmente dovranno nell’adolescenza ricorrere all’uso di apparecchi ortodontici. Infatti, l’ostruzione respiratoria nasale, unitamente a situazioni di persistenza di una deglutizione di tipo infantile con spinta della lingua contro gli incisivi, può provocare alterazioni di un armonico sviluppo dello scheletro cranio-facciale.
Dall’insieme dei disturbi sopra ricordati e dalle conseguenze sulla qualità della vita che essi comportano si deduce quanto sia importante un preciso approccio diagnostico ed opportuni provvedimenti terapeutici.

DIAGNOSI :

una corretta impostazione terapeutica non può attualmente prescindere dall’attuazione di un collaudato protocollo diagnostico :
• Raccolta scrupolosa dei dati anamnestici
• Esame obiettivo ORL
• Endoscopia nasale e delle alte vie respiratorie con ottiche flessibili o rigide con documentazione iconografica
• Rinomanometria con test di decongestione e/o provocazione
• TC del massiccio facciale / Risonanza magnetica
• Polisonnografia / Monitoraggio cardio-respiratorio notturno completo o ridotto/Pulsi-ossimetria notturna
• Olfattometria
• Consulenza allergologica con test allergolocici e citologia nasale
• Consulenza pneumologica con spirometria
• Fotografie per rinoplastica (in caso di intervento di settorinoplastica funzionale).

TERAPIA :

Terapia medica: chiaramente inutile a risolvere i problemi legati alle deviazioni del setto nasale che richiedono soluzioni chirurgiche può essere vantaggiosamente utilizzata per risolvere o quanto meno alleviare i disturbi conseguenti alle riniti.
Bisogna precisare che spesso le riniti presentano una evoluzione cronica e pertanto le terapie mediche prescritte in questi casi hanno il più spesso il significato di una terapia puramente sintomatica, tesa cioè ad alleviare il disturbo ma insufficiente a risolvere definitivamente la patologia che sta alla base del disturbo stesso.
E’ importante comprendere come i farmaci utilizzati di volta in volta (antibiotici, cortisonici, antiistaminici, vasocostrittori locali, decongestionanti, fluidificanti) possono agire soddisfacentemente nelle forme acute (riniti infettive, catarrali, muco purulente) e nell’alleviare i sintomi delle forme croniche (riniti ipertrofiche, allergiche, pseudo-allergiche, medicamentose, ecc) ma raramente consentono una remissione permanente e definitiva della sintomatologia.
In molti casi è pertanto indicata la terapia chirurgica che oggi, avvalendosi di tecniche innovative consente, nella quasi totalità dei casi, di risolvere soddisfacentemente il problema con il minimo disagio.
Terapia chirurgica:
la correzione chirurgica delle deformazioni del setto nasale prende genericamente il nome di settoplastica: sotto questa denominazione generica possiamo comprendere almeno 2 grandi tipi di intervento:
• riposizione del setto nasale: intervento conservativo che consente la correzione almeno parziale di deviazioni settali senza giungere alla asportazione di parti ossee o cartilaginee. E’una tecnica conservativa che può essere utilizzata nei bambini (almeno sopra i 4-5 anni di età) senza il rischio di incorrere in alterazioni dello sviluppo.
• resezione sottomucosa (o meglio sottopericondrale) del setto: è la tecnica abitualmente utilizzata negli interventi dell’adulto. Consiste nella correzione del setto nasale mediante la asportazione e il rimodellamento di parti ossee e cartilaginee. Oggi la tecnica classica ha subito importanti modifiche e le moderne tecniche di chirurgia microscopica e/o endoscopica consentono di ottenere ottimi risultati evitando gli aspetti negativi della chirurgia tradizionale (degenza ospedaliera prolungata, tamponi nasali dolorosi ecc...).
- La correzione chirurgica delle deformità della piramide nasale prende il nome di “rinoplastica”.
L’intervento di rinoplastica può essere indicato per motivi estetici o per motivi funzionali: possiamo pertanto distinguere:
• rinoplastica estetica: intervento svolto dal chirurgo plastico al fine di migliorare le condizioni estetiche del paziente.
• rinoplastica funzionale: intervento svolto dal chirurgo otorinolaringoiatra con lo scopo di migliorare le condizioni respiratorie nasali attraverso un rimodellamento dell’anatomia della piramide nasale nei casi in cui ciò si rende necessario. Per questi motivi l’intervento di rinoplastica funzionale spesso si associa all’intervento di settoplastica che mira ad ottenere gli stessi risultati (miglioramento della respirazione nasale) agendo sul setto nasale. In tal caso l’intervento combinato sulle strutture esterne (piramide) e interne (setto) del naso prende il nome di “settorinoplastica funzionale” e può essere a sua volta associato, come vedremo dopo, ad interventi sui turbinati.

Interventi :

• Settoplastica :
L’intervento di settoplastica può essere effettuato sia in anestesia generale (soprattutto quando si associa all’intervento sulla mucosa dei turbinati) sia in anestesia locale; la scelta della procedura anestesiologica ottimale varia da caso a caso, si basa sulle indicazioni chirurgiche, sulle condizioni anatomiche, sulla tecnica chirurgica scelta per effettuare l’intervento e viene in genere definita di comune accordo tra medico e paziente.
L’intervento di settoplastica non comporta incisioni esterne nè cicatrici visibili, ematomi facciali o gonfiori del volto; viene praticata una incisione all’interno del naso e dopo lo scollamento della mucosa del setto la cartilagine e l’osso deviati vengono rimodellati e/o asportati fino ad ottenere un setto ben allineato; la ferita chirurgica viene quindi suturata (si utilizzano materiali riassorbibili per cui non è necessario rimuovere i punti di sutura) e il naso tamponato con garza medicata o tamponi di spugna.
Si consiglia il riposo a letto per le prime 24 ore con la testa sollevata; al paziente vengono somministrati antibiotici e antiemorragici per alcuni giorni dopo l’intervento.
I tamponi nasali, in funzione della tecnica utilizzata e dell’effettuazione o meno di un contemporaneo intervento sui turbinati, vengono rimossi dopo 24-48 ore e le cavità nasali dovranno essere medicate (dal paziente stesso) per altri 30/40 giorni. E’ importante che il paziente sappia che fintantochè i tamponi nasali non verranno rimossi è normale che sia presente una secrezione nasale più o meno abbondante di siero rosso, febbre o febbricola e talvolta cefalea.
Per alcuni giorni o poche settimane dopo l’intervento può permanere un gonfiore del labbro superiore, una temporanea riduzione della sensibilità dei denti incisivi superiori o dell’olfatto: tutti inconvenienti che scompaiono progressivamente nel tempo.

• Trattamento chirurgico dei turbinati:
In moltissimi casi all’intervento di settoplastica è utile associare un trattamento chirurgico dei turbinati. Le tecniche chirurgiche proposte ed utilizzate negli anni per la chirurgia dei turbinati sono state le più varie; ricordiamo quelle più frequentemente utilizzate:
• la decorticazione o “pelage” dei turbinati: con tale tecnica si asporta, in genere con l’utilizzo di forbici, la mucosa gonfia ed eccedente del turbinato inferiore rispettando l’osso sottostante.
• lo svuotamento chirurgico dei turbinati: con questa tecnica si asporta il tessuto cavernoso vascolare contenuto nello spessore del turbinato rispettando sia l’osso che l’integrità della superficie mucosa.
• la cauterizzazione del turbinato: consiste in una “bruciatura” elettrica (si utilizzano elettro-cauteri bipolari) del tessuto cavernoso e della mucosa del turbinato che in tal modo si “rattrappisce”.
• la crioterapia del turbinato: ottiene un risultato analogo a quello della cauterizzazione applicando sulla superficie del turbinato una temperatura estremamente bassa che “gela” la mucosa. Sia la cauterizzazione che la crioterapia possono essere effettuate in anestesia locale.
• trattamento endoscopico con Laser o Radiofrequenze dei turbinati: sono le tecnica più recenti che consentono la possibilità di trattamenti ambulatoriali in anestesia locale con buoni risultati a distanza. Entrambe le tecniche rispettano l’integrità della mucosa del turbinato.

La nostra Equipe utilizza una tecnica endoscopica con Laser o Radiofrequenze.

• Settorinoplastica funzionale:
Come visto, in casi particolari, può essere utile associare alla correzione del setto il rimodellamento della piramide nasale: in tal caso pur mantenendo l’intervento finalità funzionali (miglioramento della respirazione nasale) comporta anche modificazioni dell’estetica e della fisionomia.
Rispetto all’intervento di settoplastica la settorinoplastica funzionale presenta dei tempi di esecuzione più lunghi (da una a due ore), una anestesia generale, la presenza di ematomi sottopalpebrali e gonfiore del volto; non sono presenti neanche in questo caso incisioni esterne o cicatrici visibili.

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Le sinusiti e la poliposi naso sinusale

LE SINUSITI E LA POLIPOSI NASO-SINUSALE

LE SINUSITI

Per sinusite si intende un processo infiammatorio che colpisce uno o più seni paranasali con esito in completa guarigione (sinusiti acute) o con la persistenza di un focolaio infettivo (sinusiti croniche).

Cause:
In linea di massima si può affermare che ogni modificazione anatomica del setto e dei turbinati e ogni processo infiammatorio della mucosa che li riveste che interferisca con il drenaggio della naturale secrezione sinusale può favorire l’insorgenza di una sinusite.
L’origine delle sinusiti è molteplice e possiamo distinguere :
forme infettive : virali e batteriche, estensione del processo infettivo dalla mucosa del naso a quella forme odontogene : conseguenti a processi infettivi delle radici dei denti premolari e molari ( granulomi, estrazioni dentarie)
forme traumatiche : con o senza fratture, specialmente se accompagnate da una raccolta endosinusale di liquido ematico
forme barotraumatiche : dovuti a sbalzi repentini della pressione di ventilazione dei seni,sono di frequente riscontro negli aviatori, nei tuffatori, nei subaquei e colpiscono nella maggior parte dei casi il seno frontale.

Sintomatologia :
può essere molto varia in relazione alle condizioni di acuzie o di cronicizzazione; ricordiamo:
- secrezione nasale (rinorrea) catarrale o purulenta
- ostruzione respiratoria nasale di entità variabile
- cefalea, frontale, occipitale o al vertice del capo, assume caratteri diversi : violenta, talvolta pulsante nelle forme acute, è persistente, sorda, gravitativa o costrittiva nelle forme croniche
- riduzione o perdita dell’olfatto
- torpore, febbre, prurito nasale e starnutazione accompagnano in genere ogni sinusite acuta mentre sono assenti nelle forme croniche
Un cenno a parte meritano le complicanze delle sinusiti purulente che, anche se oggi, in era antibiotica,sono di raro riscontro, rappresentano pur sempre un evento temibile; possiamo ricordare:
- osteomielite dell’osso frontale, meningite e ascesso cerebrale : complicanza delle sinusiti etmoido-frontali
- tromboflebite del seno cavernoso : conseguente a sinusite etmoido-sfenoidale
- flemmone ed ascesso orbitario : conseguenti a sinusite etmoido-frontale
- nevrite ottica retro-bulbare : conseguente a sinusite etmoido-sfenoidale
La sintomatologia di tali forme cliniche presenta caratteri comuni in rapporto all’interessamento generale dell’organismo ( febbre elevata, torpore, cefalea) e caratteri specifici di ciascuna forma.

LA POLIPOSI NASALE

Per poliposi nasale, o meglio naso-sinusale si intende una rino-sinusite cronica iperplastica (caratterizzata cioè da edema e ipertrofia della mucosa con onseguente formazione di tessuto neoformato definito polipo) che origina in genere dai seni etmoidali. E’ riscontrata nel 2-4% della popolazione. Una forma particolare di poliposi è rappresentata dal polipo antro-coanale che, sviluppatosi dal seno mascellare viene progressivamente ad invadere le fosse nasali.

Cause:
Anche se non conosciamo tuttora le cause favorenti l’insorgenza della poliposi nasale possiamo affermare che si tratta di una caratteristica risposta infiammatoria della mucosa naso-sinusale un edema cronico che porta alla formazione di masse polipoidi. Si tratta comunque di una malattia multifattoriale spesso associata ad asma bronchiale, rinite allergica, intolleranza all’aspirina e, nell’infanzia, a mucoviscidosi.Sono probabili componenti genetiche.
È importante inoltre rilevare come la poliposi talvolta si associ o si complichi con una sinusite muco-purulenta o purulenta cronica

Sintomatologia :
ricalca spesso la sintomatologia delle sinusiti croniche pur presentando alcuni elementi caratteristici:
l’ostruzione respiratoria nasale rappresenta il sintomo più importante
la riduzione o la perdita dell’olfatto è molto più frequente che nelle sinusiti
la secrezione nasale è in genere sierosa (cioè molto fluida, come acqua) a meno che alla poliposi non si associ una sinusite
Nelle sinusiti croniche e nelle poliposi naso-sinusali l’infezione muco-purulenta e l’ostruzione respiratoria nasale hanno inoltre una grande responsabilità nell’insorgenza e nell’aggravamento di altre patologie:
otiti catarrali o purulente, tubotimpaniti
complicanze respiratorie: una respirazione prevalentemente orale impedisce un corretto filtro nasale e questo fatto, unitamente al passaggio in faringe di secrezioni muco-purulente, costituisce un elemento irritativo di non poco conto per le vie aeree inferiori con possibilità di insorgenza di broncopneumopatie croniche, enfisema ecc.
L’ostruzione respiratoria nasale costituisce inoltrel’elemento causale più importante della roncopatia (il russare) e della sindrome dell’apnea respiratoria durante il sonno

DIAGNOSI

• Accurata raccolta dei dati anamnestici
• Eesame obiettivo ORL
• Endoscopia nasale con fibre ottiche rigide o flessibili con documentazione iconografica
• Rinomanometria con test di decongestione e/o provocazione
• TC del massiccio facciale / Risonanza magnetica
• Polisonnografia / Monitoraggio cardio-respiratorio notturno
• Rinocitogramma
• Test di trasporto muco-ciliare
• Prelievi bioptici multipli (se indicato)
• Prelievi colturali (se indicato)
• Consulenza allergologica
• Consulenza pneumologica con spirometria

TERAPIA
Terapia medica delle sinusiti:
La terapia medica si avvale della somministraziona per via generale e/o locale (terapia aerosolicao inalatoria) di antibiotici , cortisonici , fluidificanti , antiistaminici ecc. ; in genere risolutiva per le forme di sinusite acuta è chiaramente insufficiente a risolvere le patologie croniche che richiedono provvedimenti chirurgici.
Terapia medica delle poliposi:
La terapia medica si avvale della somministrazione per via generale e/o locale di cortisonici, antiistaminici e antiedemigeni, in genere utilizzati in cicli successivi. Tali farmaci consentono spesso la riduzione delle masse polipoidi ed un miglioramento della sintomatologia ma raramente la sola terapia medica è risolutiva.

Terapia chirurgica :

Indicazioni alla chirurgia microscopica ed endoscopica naso-sinusale:
- Poliposi naso-sinusale
- Sinusite cronica iperplastica-suppurativa dei seni paranasali
- Etmoidite subacuta, empiema dell’etmoide, del seno frontale e del seno sfenoidale, complicanze orbitali ed encefaliche incipientie, sinusiti micotiche
- Mucoceli dei seni paranasali
- Recidive a seguito di precedenti interventi chirurgici sui seni paranasali.

Terapia chirurgica delle sinusiti e della poliposi naso-sinusale :
Tecniche chirurgiche:
• Puntura diameatica del seno mascellare : consiste nell’apertura, in anestesia locale, per via nasale del seno mascellare seguita in genere dal drenaggio di eventuali secrezioni e dal lavaggio mediante irrigazione del seno stesso
• Sinusoscopia mascellare : rappresenta ad un tempo una metodica diagnostica e terapeutica realizzata con l’utilizzo di fibre ottiche angolate che consentono di visualizzare l’interno del seno interessato.La sinusoscopia mascellare può essere eseguita in anestesia locale e può essere completata da drenaggio di secrezioni e da lavaggioe irrigazione sinusale
• Interventi di radicale mascellare (sec. Caldwell-Luc o Denker), etmoido-mascellare, sfeno–etmoido mascellare, fronto-etmoidale (sec.Citelli o Taptas) : rappresentano interventi, eseguiti in narcosi, di carattere invasivo (cioè con approccio esterno, extranasale) , che rivestono oggi quasi esclusivamente un interesse storico.
• Intervento di polipotomia con sfeno-etmoidectomia ; rappresenta l’intervento classico di rimozione delle masse polipoidi naso-sinusali con apertura dei seni etmoidale e sfenoidale per via nasale; eseguito in anestesia generale può talvolta essere associato ad interventi sul seno mascellare o (meatotomia inferiore o media).
• Micro-chinirgia classica : utilizza quale strumento ottico il microscopio chirurgico (Heennan,Draf, Bagatella) o la loop frontale.
• Tecnica combinata di chirurgica microscopica ed endoscopica : messa a punto presso
l'Università di Kiel dal professor Heinrich Ruder riunisce i vantaggi della tecnica
endoscopica con quelli della tecnica microchirurgica classica. Utilizza quali strumenti
ottici, alternativamente e in funzione delle specifiche esigenze di ogni singolo caso,
endoscopi rigidi, loop frontale e microscopio operatorio.
• Ess/Fess : Endoscopic Sinus Surgery/ Functional Endoscopic Sinus Surgery (chriurgia funzionale endoscopica dei seni paranasali) : si è sviluppata dalle tecniche di endoscopia diagnostica sistematica naso-sinusale elaborate dal professor Messerklinger a cavallo tra gli anni '60 e '70 ed è stata successivamente perfezionata da altri chirurghi (Stammberger, Wigand, Castelnuovo); utilizza quale strumento ottico l'endoscopio rigido a diverse angolazioni visive e micro –strumentazione dedicata.
Attualmente rappresenta il “ golden standard” della chirurgia naso-sinusale .

Qualunque sia la tecnica chirurgica utilizzata è comunque opportuno far precedere l’atto chirurgico da una idonea preparazione farmacologia : si attua una terapia sistemica pre-operatoria di breve durata ( circa 5 giorni ) con antibiotici, cortisonici ed anti-emorragici, terapia che viene poi proseguita per circa 8/10 giorni dopo l’intervento.

TRATTAMENTO MEDICO POST-OPERATORIO DELLA POLIPOSI NASO-SINUSALE : IL FOLLOW-UP

Il programma di follow-up prevede :

• Controlli Clinico-Endoscopici programmati ogni 3 mesi per il primo anno, ogni 6 mesi per 2 anni poi 1 volta all’anno per 10 anni (secondo lo schema indicato negli Acta Otorhinolaringologica, 2005 ).
• Terapia Medica di Mantenimento con anti-istaminici e/o cortisonici locali a cicli ripetuti con periodici intervalli di sospensione, a cui si associano in modo personalizzato gli altri interventi terapeutici ( lavaggi nasali e/o naso- sinusali a pressione negativa, instillazione di anti-edemigeni o soluzioni cortisoniche, utilizzo di vasocostritori, mucolitici).
• in base all’esito dei controlli e in caso di recidiva si ricorrerà di caso in caso a terapie mediche mirate utilizzando antibiotici, cortisonici, anti-istaminici per via sistemica.
Se le terapie mediche non sono in grado di controllare e risolvere la recidiva è importante procedere alla rimozione delle masse polipoidi nasali finchè mantengono dimensioni ridotte; in questi casi è possibile optare per una Chirurgia Mini-Invasiva, in regime di day-surgery, in anestesia locale, mediante l’utilizzo di aspiratori motorizzati ( mini-debrider) o del Laser.
Nella malaugurata ipotesi di recidiva con poliposi massiva, evento peraltro frequente in pazienti che trascurano il follow-up post-operatorio, è indispensabile ricorrere ad intervento di revisione chirurgica in anestesia generale ( RESS : Revision Endoscopic Sinus Surgery), chirurgia peraltro non scevra di rischi di complicanze orbitarie e neurologiche.

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Il problema del tamponamento nasale nel post-operatorio

IL PROBLEMA DEL TAMPONAMENTO NASALE NEL POST-OPERATORIO

Al termine di ogni intervento su naso o seni paranasali al chirurgo si pongono due problemi:
- come fermare eventuali sanguinamenti
- come sostenere le strutture naso-sinusali corrette o modificate
La risposta a tali esigenze è rappresentata dal tamponamento nasale, pratica che sicuramente tuttora rappresenta, per i pazienti, il maggior deterrente alla decisione di sottoporsi all’intervento chirurgico.
E’ bene dunque informare il più correttamente possibile i pazienti sulla necessità del tamponamento e sulle caratteristiche di vari tipi di tamponi nasali e sulle tecniche di tamponamento e stamponamento.
“Naso” e “Proprietario del naso” hanno esigenze diametralmente opposte:
- il paziente vorrebbe non essere tamponato o esserlo per il più breve tempo possibile e con tecniche minimamente fastidiose
- il naso per una miglior guarigione richiederebbe un congruo periodo di tamponamento che in anni passati durava anche cinque o più giorni.

Il paziente deve essere informato che il tamponamento nasale riduce drasticamente il rischio di complicanze (emorragie, ematomi, scollamento delle mucose…), abbrevia i tempi di guarigione e rende le medicazioni successive meno frequenti e meno fastidiose. Il non sottolineare questi elementi rappresenta una non corretta e talvolta fuorviante informazione.

Ciò premesso è doveroso informare i pazienti sulle più recenti tecniche di tamponamento nasale che rendono lo stesso scarsamente fastidioso e soddisfacentemente sopportato. Iinoltre alcuni interventi quali la decongestione dei turbinati o la polipectomia nasale Laser assistita non richiedono comunemente alcuna forma di tamponamento nasale.
Attualmente le più comuni tecniche di tamponamento nasale sono rappresentate da:
- applicazione di Gel a base di cellulosa semi-fluida che si riassorbe spontaneamente e/o viene aspirata nel post-operatorio
- tamponi di Merocel (spugna morbida espandibile ma non riassorbibile) che, applicati al termine dell’intervento, vengono rimossi mediamente dopo 24-48 ore alla prima medicazione
- tamponi di Merocel con cannula aperta : analoghi ai precedenti permettono al paziente, anche se tamponato, di respirare con il naso; attualmente, nella nostra esperienza, rappresentano il miglior compromesso tra una adeguata azione emostatica e di sostegno alle strutture nasali ed il comfort post-operatorio del paziente
- tamponi di garza grassa vaselinata (non-Ad), garza antiemorragica (Tabotamp), rimovibili nell’immediato post-operatorio o alla prima medicazione ( 24-48 ore)
- tamponi di benda orlata,cosparsa di unguento o crema, o pre-confezionata (emostatica)
- tamponi gonfiabili (piccoli cateteri nasali con palloncino gonfiabile con aria)

La nostra Equipe attualmente segue il seguente protocollo ( naturalmente modificabile in base a specifiche esigenze o a condizioni di complicanza):
- Interventi di decongestione dei turbinati o di polipectomia nasale Laser assistita: non richiedono comunemente alcuna forma di tamponamento nasale
- Interventi di settoplastica o setto-rinoplastica con o senza decongestione dei turbinati : comunemente utilizziamo tamponi di Merocel rivestiti da in “guanto” non adesivo di lattice o neoprene (consente la rimozione del tampone senza dolore); recentemente utilizziamo tamponi di Merocel con cannula cava interna per consentire il passaggio dell’aria e quindi un minor disagio per il paziente. Lo stamponamento avviene in ambulatorio dopo 24-48 ore.
- Interventi sui seni paranasali. Per questi interventi, in rapporto alle condizioni cliniche ed alle tecniche chirurgiche utilizzate ricorriamo alle seguenti tecniche di tamponamento che possono essere variamente combinate tra loro:
- Gel semifluido a riassorbimento spontaneo
- Garze grasse vaselinate o anti-emorragiche
- Tamponi di spugna morbida con cannula cava, rivestiti da un guanto di neoprene o lattice
Lo stamponamento avviene in ambulatorio dopo 24-48 ore.

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Funzione Olfattiva

LA FUNZIONE OLFATTIVA

L'epitelio olfattivo umano e’ localizzato al di sopra del turbinato supremo nella volta del naso e occupa circa 2 cm quadri o l'1,5% dell'intera mucosa nasale; negli anziani si verifica spesso una sostituzione più o meno vasta della mucosa olfattiva con l'epitelio respiratorio probabilmente in seguito ai danni causati dall'invecchiamento o da patologie intercorse. Il neuro epitelio olfattivo e’ l'unico neuro-recettore sposto direttamente all'ambiente esterno.
L'epitelio effettivo viene solitamente descritto come costituito da tre tipi di cellule: di sostegno basali e olfattive: le cellule basali sono cellule germinali e danno origine ai neuroni recettoriali ed alle cellule di sostegno. La cellula olfattiva e' un neurone bipolare ed è il recettore degli odori.
La superficie della cellula olfattiva e' costituita da microvilli e se ne trovano in media da 10 a 30 per cellula; l'estremità prossimale della stessa presenta un filamento chiamato assone; l'unione di più assoni di cellule adiacenti forma dei fasci che penetrano nella lamina prendendo il nome di peluzzi olfattivi che penetrano nei bulbi olflattivi posti al di sopra della lamina cribrosa. Qui si verificano le sinapsi con i neuroni di secondo ordine che,
dopo aver lasciato i bulbi, formano il tratto olfattivo. Con il neurone di secondo ordine inizia la via olfattoria centrale che, attraverso la benderella olfattoria, raggiunge il trigono olfattorio cioè l'area olfattoria primaria.
Attraverso le strie olfattorie gli stimoli raggiungono l'area olfattoria centrale situata nell'uomo nel nucleo della amigdala, connessa a sua volta con il talamo, l’ipotalamo, il mesencefalo, il ponte, il bulbo e il midollo spinale; ciò giustifica le numerose attività riflesse olfatto-salivari, olfatto-gastriche, olfatto-enteriche, olfatto-cutanee, olfatto-genitali che possono essere scatenate da stimoli olfattivi.
La funzione olfattiva può essere indagata sia attraverso un esame qualitativo, limitato al riconoscimento degli odori, sia mediante un esame quantitativo, “olfattometria”.
Le modificazioni della funzione olfattiva possono essere qualitative e quantitative:
le modificazioni qualitative comprendono la “parosmia” cioè la percezione di un odore che non esiste nell'ambiente oppure la percezione erronea di un odore reale.
Le modificazioni quantitative della funzione olfattiva comprendono la “iposmia”, cioè la riduzione della percezione olfattiva che può giungere fino alla “anosmia” (perdita totale della percezione). La “iperosmia” consiste in una esagerazione della sensibilità olfattiva e può dare luogo a manifestazioni riflesse anche di notevole gravità quali nausea vomito cefalea.
Iposmia e anosmia, come i disturbi qualitativi, possono dipendere da molteplici cause:
le cause meccaniche sono rappresentate da qualsiasi processo patologico che impedisca alla corrente aerea di raggiungere la mucosa olfattiva (polipi etmoidali tumori nasali e perfino faringei, lesioni della piramide nasale).
In altri casi iposmia, anosmia e parosmia conseguono a nevriti infettive (raffreddore, influenza) o tossiche (cocaina nicotina diabete avitaminosi) oppure ad atrofia della mucosa olfattiva.
Debbono poi essere ricordate tutte le forme legate a processi patologici degenerativi o neoplastici delle vie e dei centri nervosi impegnati nella funzione olfattiva.
La diagnosi consiste nello studio accurato della funzione nasale previa raccolta dei dati anamnestici:
• Visita ORL con endoscopia nasale
• Rinomanometria con test di decongestione
• Test di trasporto muco-ciliare
• Olfattometria
• Eventuali accertamenti by imaging (TC massiccio facciale, RM dell’encefalo)
• Eventuale valutazione allergologica o neurologica
La terapia dovrà essere innanzi tutto causale: un intervento chirurgico o l'eliminazione di fattori tossici possono risolvere molti casi di ipo-anosmia.
La terapia medica si avvale di cortisonici e antistaminici (per somministrazione locale e generale), polivitaminici a forti dosi.
La possibilità di un ripristino della funzione olfattiva e’ in ogni caso in diretto rapporto con l'entità del danno subito dal recettore che e’ costituito da cellule nervose perenni e quindi non rigenerabili.

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