LE REAZIONI AVVERSE DA FARMACI: OTOTOSSICITÁ

LE REAZIONI AVVERSE DA FARMACI: OTOTOSSICITÁ

Si definisce ototossicità la proprietà tossica di certi farmaci nei confronti delle strutture dell’orecchio interno (cellule della coclea e/o del vestibolo) o del nervo acustico. I farmaci ototossici possono agire elettivamente sulla coclea , sull’apparato vestibolare o su entrambi; Il danno tossico è solitamente accompagnato da sintomi quali acufeni, vertigini, ipoacusia, iperacusia. Questi sintomi possono separatamente o in associazione, svilupparsi improvvisamente o gradualmente e possono essere reversibili o irreversibili.

Si ipotizza la presenza di una possibile predisposizione genetica facilitante il danno ototossico; inoltre quasi tutti i farmaci otolesivi vengono eliminati attraverso i reni per cui l’insufficienza renale predispone al raggiungimento di livelli di rischio. Se possibile prima che venga iniziato il trattamento deve essere valutata la funzione uditiva per documentare una eventuale ipoacusia pre-esistente e quella vestibolare in caso di anamnesi positiva per disturbi dell’equilibrio; l’udito andrebbe controllato periodicamente per tutta la durata del trattamento mediante l’esecuzione di esami audiometrici con particolare riferimento alle alte frequenze; oggi comunque l’esame “gold standard” per il controllo dell’ototossicità è rappresentato dallo studio delle Otoemissioni Acustiche.

Clinicamente il danno della funzione cocleare si manifesta molto prima di quello vestibolare, danno che potrebbe essere anche grave prima che si manifestino le vertigini. La reale entità del danno vestibolare è difficilmente quantificabile, può passare inosservata, soprattutto se il deficit si instaura in modo lento e progressivo. Il controllo periodico dei parametri vestibolari può efficacemente contribuire ad una efficace prevenzione.

La Guida sui farmaci ototossici, acufenogeni e vertigogeni (Acta Otorhinolaringologica Italica Vol. IV - No 2 - Maggio 2010) elaborata in base alle informazioni contenute nel British National Formulary e nella Guida all’uso dei farmaci a cura del Ministero della Salute e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) suddivide i farmaci potenzialmente otolesivi in quattro categorie:

1) Farmaci ototossici : farmaci capaci di provocare un danno uditivo neurosensoriale; tali farmaci oltre ad indurre ipoacusia possono anche provocare acufeni e vertigini

2) Farmaci acufenogeni : farmaci con potenziale attività induttiva acufenogena ma privi di potenzialità ototossica

3) Farmaci vertigogeni : farmaci con potenziale attività induttiva vertigogena ma privi di potenzialità ototossica

4) Farmaci con possibili effetti audiologici di tipo generico, indicati come “disturbi dell’udito”

Inoltre, là dove si si siano potuti raccogliere dati sufficienti, viene indicata la frequenza dell’effetto collaterale utilizzando per l’identificazione di questo dato una lettera dalla “a” alla “e” secondo un grading di frequenza progressiva : a) “molto comune”, g) “molto raro”

Premesso che una ottimizzazione della programmazione farmacologica non può prescindere da un ragionevole compromesso tra vantaggi clinici e rischio di effetti collaterali indesiderati o avversi non è possibile generalizzare le strategie che in questo ambito il medico deve assumere, ma ogni paziente va valutato singolarmente e seguito longitudinalmente nel tempo. Va presa in esame la presenza di altri fattori di rischio come l’età avanzata, la presenza di malattie renali o dismetaboliche, condizioni ambientali di esposizione a rumore, predisposizione familiare o genetica alle patologie uditive, coesistenza di patologie audiologiche neurosensoriali, stato di gravidanza ecc., ecc. oltre alla valutazione delle condizioni uditive e della funzione vestibolare prima dell’inizio di ogni trattamento con farmaci potenzialmente ototossici.

In caso di un trattamento salvavita o comunque irrinunciabile come accade spesso con i pazienti oncologici, cardiopatici o con patologia ipertensiva, è importante informare il paziente che eventuali disturbi della sfera uditiva od otoneurologica possono essere la normale conseguenza dell’importante trattamento a cui è sottoposto; il paziente va informato che tali disturbi, con alcuni rigorosi controlli periodici, eventuali trattamenti citoprotettivi o piccoli aggiustamenti posologici ,possono essere attenuati. In caso di patologie meno gravi si può agire con piccoli aggiustamenti terapeutici, o modifiche del profilo farmacologico, utilizzando eventualmente strategie di sospensione e risomministrazione, a seconda dei casi.

In caso di presenza di disturbi della sfera uditiva o dell’equilibrio è indispensabile quindi una attenta valutazione del profilo farmacoterapeutico del paziente valutando farmaco per farmaco eventuali potenzialità otolesive, acufenogene o vertigogene. E’ altresì indispensabile in tali casi predisporre controlli audiometrici e vestibolari periodici al fine di monitorizzare le eventuali reazioni avverse e l’evoluzione clinica della sfera audiologica e otoneurologica. Solo così sarà possibile provvedere per tempo a correzioni terapeutiche o aggiustamenti posologici necessari ad evitare indesiderati effetti negativi.